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Lo Stato azionista:
scegliere bene per amministrare meglio

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Quali sono le prerogative e quali sono vincoli dello Stato che agisce da “azionista” o diviene “imprenditore”?

Come operano gli altri Paesi e quali sono le migliori esperienze internazionali nel governo delle società pubbliche?

Per rispondere a queste due domande Spazio Aperto ha analizzato il modus operandi delle due principali istituzioni che, alla luce anche del PNRR, lavoreranno per lo sviluppo dell’Italia e che detengono quote rilevanti in importanti imprese italiane: il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) e Cassa depositi e prestiti S.p.A. (CDP).

 

Partendo da uno studio della Banca d'Italia sul governo delle società pubbliche che lo Stato partecipa tramite il Ministero dell'economia e delle finanze, Spazio Aperto ha avviato un’analisi delle migliori prassi internazionali e della situazione italiana, tenendo conto delle linee guida dell'OCSE, in merito al diverso atteggiamento dello “Stato azionista” e alla cosiddetta ownership policy ovvero il documento di orientamento strategico sulla gestione delle società pubbliche.

Ciò che emerge è che l'Italia, pur avendo recepito prima di altri paesi alcuni orientamenti OCSE in materia di governace delle società pubbliche, potrebbe implementare ulteriori correttivi che renderebbero ancora più efficiente il governo societario delle partecipate di Stato.

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In questo contesto Spazio Aperto ha elaborato alcuni suggerimenti che, se attuati congiuntamente, potrebbero allineare il Paese ai migliori standard internazionali e alle raccomandazioni dell'OCSE, nonché garantire una più efficiente ed efficace gestione delle partecipate di Stato:

 

  1. Scelta degli Amministratori
    La scelta degli amministratori delle società di Stato potrebbe essere affidata a un soggetto che disponga di un adeguato livello di autonomia nella modalità di selezione degli amministratori e che sia specificamente preposto alla gestione delle stesse. Tale soggetto potrebbe essere individuato nel Dipartimento del Tesoro anche alla luce delle competenze affidategli dai più recenti regolamenti di riorganizzazione.

     

  2. Strategie e creazione di valore
    Il Governo, attraverso un percorso di collaborazione con il Parlamento, potrebbe stilare un documento strategico (ownership policy) in materia di partecipate di Stato, definendone gli aspetti più generali e gli obiettivi strategici nell’ambito della politica industriale del Paese.
    Il documento dovrebbe indirizzare verso il sostegno alla crescita e alla competitività in una logica di “Sistema Paese”, mirando all’ottimizzazione delle risorse disponibili e verificando la sostenibilità economico-finanziaria dei grandi “progetti Paese”. Solo così lo “Stato azionista”, con logica finanziaria di lungo periodo, potrebbe garantire il presidio degli asset nazionali strategici, contribuendo alla crescita del Paese.
    Si ritiene che alcune delle attribuzioni operative di questo processo potrebbero essere affidate al Dipartimento del Tesoro, quale soggetto che esercita i diritti dell’azionista.

     

  3. La “professione” di amministratore delle società pubbliche
    Per garantire che i Consigli di Amministrazione siano composti dalle migliori professionalità si potrebbero creare dei percorsi di formazione e selezione per facilitare la presenza di manager interni al gruppo che possano apportare competenze e conoscenze specifiche utili all'azienda e tagliate sul mercato in cui opera la società.
    Si potrebbe ipotizzare la creazione di una "Academy del Dipartimento del Tesoro" (auspicabilmente in collaborazione con la SNA - Scuola Nazionale dell'Amministrazione e con il mondo universitario) a cui potrebbero avere accesso alcuni manager scelti tra le prime linee delle società di Stato.

     

  4. Ulteriori possibili correttivi

  • Collegare l'eventuale (ri)candidabilità dell'Amministratore Delegato uscente a valutazioni di performance di carattere finanziario, economico, ambientale e sociale misurabili tenuto conto anche degli obiettivi del PNRR.

  • Rivedere la politica di remunerazione dell'Amministratore Delegato ridefinendone il rapporto delle componenti (remunerazione fissa, di breve periodo e di lungo periodo) in modo da spostare la parte più significativa della remunerazione sul medio-lungo periodo, al fine di legarla alla reale creazione di valore per la società.

  • Limitare a due mandati consecutivi la possibilità di essere nominati negli organi sociali, prevedendo sempre la presenza di almeno un membro del mandato precedente che garantisca la continuità.

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In base ai dati pubblici disponibili Spazio Aperto propone questi correttivi con l’idea che, se attuati, potranno garantire il raggiungimento di migliori performance da parte delle società partecipate dallo Stato, anche nell'ambito dell'implementazione delle missioni del PNRR, quali linee guida per la futura politica industriale del Paese.

 

Se vuoi saperne di più scarica la proposta estesa (.pdf).

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